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La casa del quattrocento

Francesca scelse per la congregazione da lei fondata una casa sita  al centro dell’antico rione Campitelli, ai piedi del Campidoglio e di fronte al teatro di Marcello. Ancora oggi si distinguono le mura di questo primo nucleo nel settore sud occidentale del complesso monastico. In questo contesto urbano tredici oblate si trasferirono il 25 marzo 1433, festa dell’Annunziata, in una piccola costruzione presa in affitto dalla famiglia Clarelli. Il nome di torre degli Specchi è attribuito o alla forma rotonda delle finestre di una antica torre facente parte dell’abitazione o anche al nome degli attrezzi per la filatura e la cardatura della lana, usati dai numerosi artigiani presenti in questa zona della città. Ancora oggi da Via Montanara e’ facile individuare questa torre emergente dalla parte più antica del monastero ove è visibile una finestra bifora divisa da un piccolo pilastro centrale decorato a tessere musive sormontata da un incasso circolare che forse originariamente ospitava  un rilievo o una ceramica.

Da Via del Teatro di Marcello attraverso un portale in pietra centinato e sormontato da un affresco del XVIII sec. raffigurante la Madonna con il Bambino tra Santa Francesca e San Benedetto, si accede al piano terra ad un locale pavimentato in blocchetti di basalto, anticamente adibito a stalla, ove fungeva da mangiatoia o da vasca un coperchio di sarcofago rovesciato. E’ qui collocata una copia del gruppo marmoreo di Giosuè Meli (1866) raffigurante Santa Francesca Romana e l’Angelo, il cui originale è nella Confessione di Santa Maria Nova.

Da questo piccolo ambiente si passa, sempre al piano terreno, ad una serie di stanze spoglie ed anguste, con murature a vista in laterizio e blocchi di tufo di epoca medievale, che sono parte del complesso di costruzioni acquistate dalla comunità delle Oblate a seguito delle esigenze di ampliamento della prima modesta casa dei Clarelli. Addossato alle mura della torre e’ ancora conservato il forno utilizzato nel Quattrocento dalla comunità monastica.
Dalla stalla si passa anche alla così detta Scala Santa, in origine esterna, che conduce all’oratorio decorato con il celebre ciclo di affreschi attribuiti ad Antoniazzo Romano. Allo stesso  autore vengono attribuiti anche i dipinti raffiguranti la Madonna con il Bambino tra Santa Francesca e San Benedetto e Cristo uscente dal Sepolcro, entrambi sulle pareti della scala. Il resto della superficie è coperto da decorazioni pittoriche del XVII sec.

L’origine medievale della torre, dei vari ambienti ad essa annessi e della costruzione ove è l’oratorio, si può facilmente desumere dal tipo di muratura ad opus listatum, dalle finestre ogivali e dalla bifora murata a fianco della porta di ingresso alla saletta. Racchiuso da questo articolato complesso di costruzioni è un cortiletto caratterizzato dalla presenza di alcuni reperti archeologici tra i quali un capitello corinzio riutilizzato come base di una colonna in marmo che divide due arcate a tutto sesto.
L’ampio vano che unisce la torre degli Specchi con l’oratorio, che nel XV secolo fu forse utilizzato dalla comunità come refettorio, presenta una intera parete coperta da un altro ciclo di affreschi in terrette monocrome.

Questa stanza e le decorazioni che la ornano hanno una datazione più tarda del resto della prima casa di Francesca, che è comunque compresa tra la morte della Santa (1440) e l’anno 1485, data che compare sull’architrave di un portale in pietra che interrompe i riquadri pittorici sulla destra della parete.
Di qui si accede alla piccola stanza, interna alla torre medievale, recentemente restaurata, ove la santa pregava e si chiudeva in meditazione. Protetti da una teca sono conservati i resti degli abiti di Francesca che dimorò in questo luogo dal 1436 al 1440, anno della sua morte. Si legge in una iscrizione: “ CUBICULUM IN QUO QUATOR ANNIS/B. FRANCISCA ROMANA VITAM DUXIT.”

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