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Papi a Tor de' Specchi

Nel corso della sua storia plurisecolare, la comunità di Tor de’ Specchi ha potuto svolgere la sua missione di servizio alla Chiesa e alla città di Roma, grazie anche alla protezione e alla paterna sollecitudine con cui i Sommi Pontefici hanno sostenuto la vita di preghiera e di lavoro delle suore.  Questa costante presenza si è rivelata determinante per l’istituto, sin dalle sue origini.  Vivente ancora santa Francesca, la  congregazione venne ufficialmente approvata nel 1433 da papa Eugenio IV, di cui si ricordano l’austerità della vita e il forte impegno riformatore. Nei primi anni del suo pontificato, Eugenio IV ebbe la sua residenza in Trastevere ed ebbe sicuramente modo di conoscere le opere di carità e di misericordia della pia signora dei Ponziani.  Nelle fonti non si parla di incontri diretti tra il papa e Francesca, ma sappiamo che, attraverso il suo confessore, essa gli fece pervenire dei messaggi profetici esortandolo a ritrovare la comunione di intenti con i vescovi riuniti a Basilea, al fine di scongiurare un nuovo scisma ecclesiastico.  Anche dopo il riconoscimento dell’istituto, Eugenio IV, che visse molti anni a Bologna in seguito ai gravi sconvolgimenti politici seguiti alla crisi conciliare, ne seguì da vicino gli sviluppi e nel 1444 concesse alle oblate la possibilità di scegliersi un confessore che svolgesse anche l’ufficio di cappellano e potesse quindi celebrare la messa nell’oratorio delle oblate.
La consuetudine papale di venire a Tor de’ Specchi per la festa della santa, il 9 marzo, venne inaugurata da Innocenzo X Pamphili. Nel 1645, subito dopo la sua elezione, il nuovo pontefice vi celebrò la messa con particolare solennità e compose l’orazione per l’Ufficio di santa Francesca tuttora recitata dalle oblate.  Vi erano anche motivi personali nella devozione e nell’affetto speciale che legava il papa alla santa patrona della città:  trent’anni prima,  il giovane monsignore Giovanni Battista Pamphili aveva fatto parte del Collegio degli Uditori di Rota chiamati ad esaminare le risultanze dei processi per la canonizzazione di Francesca.  Ma il papa frequentava abitualmente Tor de’ Specchi anche in circostanze meno ufficiali:  nel monastero era infatti oblata la sorella, donna Agata Pamphili, che il Libro delle memorie ricorda per la grande devozione, l’umiltà e le severe penitenze. 
Quella della visita papale divenne una prassi abituale anche per i successori: Innocenzo XII (1694), Clemente XI (1702, 1708), Benedetto XIII  (quasi ogni anno tra il 1726 e il 1756),  Clemente XIII (cinque visite dal 1759 al 1765), Pio VI (1775), Pio VII (1804).  Il Libro delle memorie riporta puntualmente la cronaca di questi incontri che in età moderna si svolgevano secondo un cerimoniale preciso: il Santo Padre celebrava la messa, quindi si recava in presidentato per parlare con la Madre dei problemi e della vita della comunità. Infine, seduto sul Trono nel “camerotto” antistante la cappella del coro, ammetteva tutte le oblate al bacio del piede, non senza aver prima ricordato loro il profondo significato della loro scelta religiosa.  In un discorso memorabile, papa Clemente XIII in particolare  avvertì le suore circa l’alta responsabilità personale che comportava il fatto di non aver emesso dei voti.  Prima di congedarsi, il pontefice non mancava di visitare e benedire le  sorelle inferme. 
Papa Pio IX fu particolarmente vicino a Tor de’ Specchi dove, nell’educandato, erano ospiti due sue nipoti. Ma la breccia di Porta Pia interruppe l’antica consuetudine.  “Volontario prigioniero” in Vaticano, papa Mastai non fu presente nel 1871  nemmeno alla cerimonia di vestizione della nipote, che divenne oblata con il nome di Maria Pia.  Nelle difficoltà della crisi post-unitaria e del secondo conflitto mondiale dovettero passare molti anni prima che un papa tornasse a Tor de’ Specchi, nonostante al monastero non sia mai venuta meno la paterna protezione della Sede Apostolica. La consuetudine delle visite ufficiali venne ripresa il 2 marzo 1960 da Giovanni XXIII e quindi il 12 febbraio 1964 da Paolo VI.  Papa Montini in quella circostanza ricordò il ruolo svolto da Tor de’ Specchi nella storia di Roma, invitando le suore ad essere ancora collaboratrici dell’opera del papa, mediante la preghiera e la penitenza, seguendo l’esempio della loro madre.

A Tor de’ Specchi le oblate  ricordano ancora con gioia e commozione l’ultima visita di papa Giovanni Paolo II la domenica 29 aprile 1984, nel centenario della nascita di santa Francesca Romana, e il suo forte richiamo a essere fedeli all’impegno di oblazione, offerta di sé a Dio e ai fratelli.

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