L’oratorio quattrocentesco, chiamato anche dalla comunità monastica “Chiesa Vecchia “, è una stanza di modeste dimensioni, illuminata da tre finestre che affacciano su Via Montanara, due delle quali con arco ad ogiva.
Gli affreschi che coprono completamente le quattro pareti, sono attribuiti ad autori insigni, quali Antoniazzo Romano (Longhi), Benozzo Gozzoli, o infine ad un seguace di Piero della Francesca. La data di esecuzione degli affreschi (1468) è segnata nell’ultimo dei 25 riquadri dallo stesso autore. Le scene narrano la vita e le opere di santa Francesca, descritte da testi didascalici in volgare quattrocentesco romano, che sottolineano ogni scena. Si distinguono tra tutti il magnifico riquadro centrale, con santa Francesca e l’angelo e san Benedetto ai lati della Madonna e la singolare rappresentazione dell’inferno, che viene attribuita ad un autore più tardo, dipinta in una nicchia della parete di ingresso.
Sono di grande interesse le diverse immagini che riproducono l’ambiente romano in cui si svolgono le scene (S. Maria Nova, il Tevere, il rione), che testimoniano i colori, le forme e la vita della città nel Quattrocento. Il soffitto ligneo è completamente dipinto con colori vivaci a motivi floreali. Sui bordi contro le pareti, si susseguono immagini del volto della santa. Tra le scene, si ricorda l’Oblazione della santa e delle sue compagne, i miracoli del vino e del grano, la santa che risana il giovane annegato, l’apparizione del figlio Evangelista, le esequie in S. Maria Nova.
Gli affreschi, come ricorda una iscrizione posta tra le finestre, furono restaurati nel 1940, dopo i lavori di apertura di Via del Mare in epoca fascista. Sono da poco ultimati i restauri del ciclo di affreschi e del soffitto ligneo.
I lavori sono stati finanziati in parte dalle stesse Oblate, in parte dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.